I sintomi principali dell’osteoartrosi sono il dolore articolare e la perdita di funzionalità (compromissione della mobilità, rigidità), che possono portare alla disabilità e alla necessità di sostituire l’articolazione.1-3
Altri sintomi sono: gonfiore, movimenti a scatto, crepitii (rumori durante il movimento dovuti all’alterazione strutturale dell’articolazione) e deformità articolare.3
I pazienti affetti da osteoartrosi lamentano spesso rigidità mattutina che migliora in 30 minuti.3
La diagnosi clinica dell’osteoartrosi si basa sulla valutazione dei sintomi riferiti dal paziente e della sua storia clinica congiuntamente all’esame fisico (es. valutazione dell’ampiezza del movimento e rilevamento di crepitii) effettuato dal medico.2-4 Gli specialisti di riferimento per la diagnosi sono l’ortopedico, il fisiatra e il reumatologo.5 Il radiologo può entrare in gioco perché una radiografia può
essere utile per confermare la diagnosi ed escludere altre patologie.3 I reperti radiografici tipici includono restringimento dello spazio articolare, osteofiti, sclerosi subcondrale e cisti.2,3 La radiografia non è necessaria per diagnosticare l’osteoartrosi nei pazienti con fattori di rischio e sintomi tipici.2 Non tutti i pazienti che presentano sintomi e che ricevono diagnosi clinica presentano prove radiografiche di osteoartrosi.2 Tuttavia, l’assenza di sintomi non esclude la presenza di osteoartrosi.2,4 Infatti, non tutti i pazienti che presentano prove radiografiche di osteoartrosi presentano anche sintomi.2 La diagnosi di osteoartrosi radiografica e sintomatica è stata quindi sviluppata per prendere in considerazione sia il cambiamento strutturale sia i sintomi articolari.4
In passato si riteneva che l’osteoartrosi fosse semplicemente una malattia da “usura” dovuta al sovraccarico cronico e all’alterazione meccanica dell’articolazione. Oggi è noto che l’osteoartrosi è un processo molto più complesso, composto da fattori infiammatori e metabolici.3
Una dieta sana ed equilibrata è fondamentale.6 L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda che le persone mangino meno cibi ipercalorici, più frutta, verdura e legumi e selezionino cibi di origine vegetale e marina.6 Gli squilibri nel rapporto tra l’apporto e il dispendio energetico contribuiscono all’obesità, aumentando il rischio di altre malattie croniche (ad esempio, malattie cardiovascolari e diabete mellito di tipo 2) nella popolazione generale e anche nelle persone con osteoartrosi.6